lunedì 27 agosto 2012

Mamurras, AAA: Albania, Amicizia, Amore


Dal 12 al 18 agosto i Missionari del Preziosissimo Sangue e le Adoratrici del Sangue di Cristo hanno guidato un campo lavoro per i giovani in Albania a Mamurras, un villaggio in cui le suore agiscono per testimoniare la pace e la dignità da anni. Per i giovani provenienti da differenti zone d'Italia è stata un'occasione di crescita, condivisione e riscoperta dell'Amore. Per non relegare soltanto ad un'"esperienza" i giorni vissuti dall'altra parte dell'Adriatico,  in questa sezione iniziamo a raccogliere le loro testimonianze per continuare a dar senso alla bellezza di cui per una settimana sono stati co-autori.



Sentirsi piccoli…

di Cristina Cirillo
L’unica cosa certa di questo viaggio erano i miei biglietti per il treno andata e ritorno acquistati 2 mesi prima, il resto era un’incognita!
Partire da sola per un campo lavoro in Albania, che pazzia, ma non potevo trovare un modo migliore per trascorrere le mie vacanze dopo un anno faticoso?
Invece no il Signore mi chiamava a fare questa esperienza perché il mio mulino era pieno di crepe, dalle quali fuoriusciva tutto il grano che invano macinavo.
La mia valigia era composta solo di cose essenziali e utili, niente trucchi, per non mascherare il mio vero modo di essere,il peso di quella valigia era il peso di un anno pastorale duro, che aveva indurito anche il mio cuore facendomi promettere che una volta tornata a casa, avrei mollato tutto per avere un anno di pausa, pausa dagli impegni parrocchiali che a volte sembravano pesare come macigni.
Il Signore però sa come parlare al cuore di ogni suo figlio e dopo le prime due sere nelle quali nessuno riusciva a convincermi, c’è stata una testimonianza e una visita che mi hanno fatto sentire piccola insieme ai miei problemi/scuse, che usavo per scappare, e ti metti a pensare … più pensi e più capisci che se quelle persone non si sono fermate davanti alle sofferenze e le torture  della guerra, come puoi fermarti tu, che a confronto problemi non ne hai.
Da quel momento le ferite del mulino diventano feritoie …
Il grano che macini resta li, non scappa, perché c’è chi con il suo amore, rimargina le crepe un po’ alla volta!
E’ tanto il lavoro che ancora c’è da fare, ma è tanta anche la voglia di farlo, partendo dal perdonare sinceramente, dal considerarsi fratelli anche nei momenti in cui ti senti tradito.
L’Albania mi ha dato la Forza di non fermarmi mai davanti alle apparenze, la forza di continuare nonostante le avversità, la forza che vedevo in quelle donne che ogni giorno devono combattere con una mentalità arretrata,la forza dei bambini che si divertono e sono felici con niente, che ti abbracciano quando ti vedono in difficoltà, che ti capiscono senza che tu gli dica nulla.
L’unica cosa che resta da fare è chiedere grazie, al Signore in primis, a tutti quelli che mi hanno accompagnato in questo viaggio, ma grazie soprattutto a tutti coloro che ancora non credono all’utilità di quello che ho fatto perché mi danno la possibilità di dimostrargli ogni giorno che rispondere all’amore con amore si può!





L' uomo è responsabile della storia, della sua storia.
“Credere è riconoscere che la creazione non è terminata 
e che noi ne siamo responsabili” Lévinas.

di Silvia Mimmotti
Là dove non arriva Dio da solo, chiede a noi di arrivare con le nostre mani, con i nostri piedi, con la 
nostra bocca, con i nostri occhi. “Ma tu dov'è che vai? In Albania?!?!” questo messaggio mi è arrivato la sera prima di partire. Il mio amico scherzava, ormai da mesi sapeva che sarei partita ma, come il mio cervello, anche lui e chiunque veniva a sapere della mia decisione, mi ripeteva la medesima domanda..accompagnata a quella simpatica smorfia di stupore che fa aprire leggermente la bocca e sgranare un pochetto gli occhi. Non ho voluto pensare troppo nei giorni precedenti alla partenza in traghetto perché, appena  lasciavo spazio a questo pensiero, mi riempivo di paure e sciocchi ripensamenti. Così, eccomi il 12 agosto carica di zaino e valigia, scendere al porto di Durazzo. Pochissime le persone che conoscevo ma davvero tante le vite che, nei giorni successivi, ho avuto la fortuna di incrociare e conoscere. Sono stati 10 lunghi e ricchissimi giorni che nascevano con una preghiera, danzavano dietro all'inno  “Rispondere all'amore..si può!” quando ancora i nostri occhi sognavano le 24 ore precedenti e  iniziavano a domandarsi su cosa si sarebbero posati nelle ore successive. Si accendevano poi con il  sorriso di 40 bambini che gioivano nello stringerti la mano semplicemente perché avevi deciso di passare la mattinata a giocare con loro. Dopo il pranzo ristoratore, riprendevamo con la gustosa “pausa caffè” per rimboccarci le maniche per svolgere le varie attività del pomeriggio, sia quelle di riflessione che quelle di lavoro. La serata invece si concludeva solitamente con una preghiera ricordando le belle emozioni vissute durante la giornata, oppure con giochi tra noi o chiacchierate fino a che la luna non cominciava a tramontare e le nostre palpebre a cedere... tanta era la voglia di scoprirci, crescere e confrontarsi l'un l'altro! Svolgendo le classiche attività come occuparsi del refettorio o pulire i bagni, quelle più complicate come organizzare l'animazione per i bambini o zappare o pulire le “fogne” o pitturare, fino a quelle più profonde e belle come convivere con altri 40 ragazzi o vivere il silenzio, ci hanno permesso di metterci alla prova, riflettere su noi stessi, riconoscere i nostri talenti come le nostre difficoltà, servire là dove era necessario, riconoscere e aiutare il nostro prossimo, capire e affrontare le nostre ferite più profonde, rimetterci in discussione, perdonare e perdonarci. Ed ecco quel terremoto dentro, iniziato con una leggera vibrazione, che ha preso tutto il corpo..la testa con i suoi pensieri..ed è andato a creare le sue faglie là dove batte il cuore. Ora, la sfida più grande: portarsi a casa tutto questo, ciò che ho imparato! Non posso inserirmi nella solita routine come se nulla fosse, come se non avessi vissuto niente o se quella fosse stata solo una delle tante esperienze che vanno a incastonarsi nell'album dei miei ricordi. Ho visto ancora una volta che “rispondere all'Amore con l'Amore si può”. Ho il cuore gonfio di ogni emozione e gioia. Ogni giorno ho lasciato un pezzetto di me in quel Paese..ogni ora, rubavo un pezzetto di sorrisi, sguardi, abbracci, lacrime, parole, gesti di quel Paese e di ognuno dei miei fantastici compagni di viaggio così diversi tra loro ma così interessanti. GRAZIE A TUTTI, ad alcune persone speciali in particolare!!







“DOVE NON C’E' AMORE, METTI AMORE E TROVERAI L’AMORE”


di Sara Agostinelli
Ho aspettato qualche giorno per scrivere di quella che è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Ho aspettato perché non volevo lasciare tutte quelle parole, frutto dell'euforia, allo sbaraglio, lo so… avrebbero comunque riportato ciò che è stato, ma l'avrebbero urlato non rispettando chi, magari, ha solo bisogno di una parola sussurrata per comprendere tutto.
Sono partita con l'intento di rafforzare me stessa, il mio carattere, stando a contatto e condividendo situazioni di disagio, la mia idea era di mettere i piedi a terra, guardare in basso, lavorare per aiutare e rialzare lo sguardo, tornando a fissare le persone negli occhi senza paura; ma le mie aspettative erano abbastanza errate.
È vero abbiamo sudato guardando la terra che dovevamo ripulire e togliendo strati su strati di vernice, abbiamo danzato, giocato e sorriso con i bambini che ci aspettavano fuori dai cancelli desiderosi solamente di passare qualche ora insieme tra loro ed insieme a noi. Ma ciò che pensavo di ottenere attraverso la sofferenza “fisica” è giunto da un posto totalmente inaspettato: il cuore.
Già perché “rispondere all’amore con amore si può!”, era questo lo slogan ripetuto centinaia di volte in una settimana che, all’inizio ripetevo così senza pensare realmente a ciò che stavo dicendo, poi col passare dei giorni mi è entrato dentro senza neanche accorgermene e mi ha permesso di fare cose che non avrei mai pensato.
Era un mix speciale il nostro gruppo: atei, credenti in lotta con la chiesa, credenti alla ricerca e credenti convinti, alcuni dei quali hanno donato o stanno per donare la loro intera esistenza a Gesù; insomma persone molto diverse si sono incontrate, scontrate, hanno condiviso idee, ideologie, modi di vivere la fede e non, in fondo ricercando quell’amore, di cui tanto si parlava, nell’altro. Ma alla fine, per chi crede, è nell’altro che tu incontri Dio, è nel fratello che abbracci in un momento di difficoltà o nelle risate che si fanno insieme durante i gavettoni di mezzanotte che veramente si manifesta tutto l’Amore che Gesù prova per noi. Sono quelle forze a cui molto difficilmente riesci a resistere e quindi ti prendono e ti capovolgono, ti fanno analizzare in silenzio le cose di te che nella vita di tutti i giorni ricopri con gli impegni, le urla, i rumori, ti aprono all’ascolto dell’altro e ti metti in discussione.
Come ne sono uscita? Tremendamente confusa, ma piena! So che con queste righe riporto solo una minima parte di ciò che è stato per me, ci vorrà ancora del tempo per metabolizzare bene tutte le emozioni, i sorrisi, i pianti di questi 10 giorni e sarà dura assolvere al vero compito che ci è stato dato quel sabato con Don Benedetto ai nostri piedi, “perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Gv 13,15), ma una cosa la so: è grazie alle parole, i gesti e gli sguardi delle persone speciali che ho incontrato in questi giorni e dell’Amore che abbiamo smosso insieme, che ora provo di nuovo a guardare negli occhi chi mi sta di fronte, faleminderit!



LASCIATI TRASPORTARE. 
NON AVER PAURA!

di Miriam Isgrò

Ci sono dei momenti nella vita di tutti noi in cui comprendi che ciò che è stato non sarà più. Questo semplice pensiero shocca, paralizza. Ognuno di noi reagisce in modo diverso ai dolori della vita: per me la rinascita non era contemplata. Non me lo potevo permettere, non ne ero degna. Poi un giorno ti arriva un invito, un richiamo: “che mulino 6?”. Ti poni domande, cerchi risposte. Non le trovi, però la domanda rimane latente nella tua mente. Senza pensarci, fai la valigia e parti. Da qui comincia un’avventura, di quelle meravigliose… proprio perché inaspettate. Incontri volti mai visti, sei diffidente. Hai ancora tutte le tue maschere. Ma c’è poco da fare, quando incontri persone straordinarie, le barriere cadono. La positività delle persone ti travolge e tu non puoi far altro che dire a te stessa: “lasciati trasportare. Non aver paura”. E così è stato. La paura e il dolore sono fedeli compagne, ti tengono stretta, ti proteggono, ma soprattutto ti giustificano. A te paradossamente piace, perché si forma una lastra di cristallo tra te e il mondo…non sento e non vedo. Nessuno può rompere ciò che viene costruito dall’interno. Nessuno, tranne l’amore. Di quello pulito, illuminate. E con l’amore viene il perdono. Ti perdoni per ciò che avresti voluto fare, per ciò che non hanno saputo fare, per ciò che hai perso. E cominci a guardare tutto quello che ti è stato tolto, ma soprattutto tutto quello che ti è stato dato…ed è in questo momento che ti spunta il sorriso. Che questo sorriso possa illuminare sempre le vite di ciascuno di noi, memori sempre che esistono infiniti motivi per continuare a farlo.

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